i castelli di cannero riviera

lug

26

i castelli di cannero riviera

Le altre Isole sul Lago Maggiore – I Castelli di Cannero

 

 

 

 

Con quest’articolo, cominciamo un breve excursus sulle altre Isole presenti sul Lago Maggiore, oltre alle già rinomate Isola Madre, Bella e Pescatori.

 

Se volete effettuare una gita in barca che vi porti a scoprire la parte più a nord sul Maggiore, non potete mancare di circumnavigare in crociera le Isolette dove sono presenti le rovine dei c.d. “ Castelli di Cannero”, che, in realtà, non si trovano nel comune di Cannero Riviera ma in quello di Cannobio, ultimo comune rivierasco prima del confine con la Svizzera sempre lungo la costa occidentale del lago.

 

Questi due isolotti appartengono entrambi, ancora ora, ai Borromeo che li possiedono da secoli come l’Isola Bella e l’Isola Madre.

 

Da diversi anni è in corso un progetto culturale di recupero da parte della famiglia che vorrebbe riaprire alle visite gli isolotti ma, ancora oggi, esistono incertezze sul termine dei lavori per via anche di diverse opposizioni da parte di associazioni di tutela culturale ed ambientale del patrimonio italiano.

 

Nondimeno, presentano una storia veramente affascinante. Avamposto visconteo per il controllo della parte nord del lago e denominati originariamente castelli Malpaga, sappiamo che sono legati ad una vicenda tragica che ci riporta indietro nei secoli. Essi furono dimora, per alcuni anni, dei cinque fratelli pirati Mazzarditi che, a partire dal 1403, terrorizzarono con le loro bravate e scorrerie tutto il lago. Il più spavaldo di questi fratelli, denominato “Il Carmagnola”, affidò al fratello Simoncello il progetto di rapire la moglie del podestà di Cannobio Cristina per richiedere un riscatto. Quest’ultimo, sapendo che la donna si era rifugiata nel convento dei frati Uniliati a Cannobio dopo un precedente tentativo di ratto, tese un agguato al frate portinaio e, dopo averlo ucciso, ne gettò il corpo non lontano dalla roccia strapiombante sul Lago del Sasso Carmine. Impadronitosi delle vesti del povero frate e del suo mazzo di chiavi, riuscì a penetrare nel convento ed a rapire la consorte del podestà, consegnandola al fratello che la fece rinchiudere in una delle torri del Castello sugli isolotti.

Il fatto, sollevò talmente l’indignazione di tutti che la popolazione locale riuscì a godere dell’intervento diretto del Duca Filippo Maria Visconti, anch’egli stanco delle malefatte di questa famiglia di pirati, che, con l’ausilio di ben cinquecento uomini, asseragliò i Mazzarditi nel castello nel tentativo di liberare Cristina ed eliminare una volta per tutte questa minaccia. Quattro fratelli fuggirono definitivamente ed il Carmagnola fu catturato ed ucciso non prima, però, di aver fatto pugnalare a morte la dama da un suo servitore.

 

La proprietà degli isolotti passò successivamente, a partire dal 1519, nelle mani del Conte Ludovico Borromeo, che vi fece erigere una nuova possente rocca al posto della fortezza distrutta durante l’assedio ad inizio quattrocento dei viscontei, chiamandola “Vitaliana”. Nonostante tentativi degli Sforza di riconquistare gli isolotti, essi, da quel momento, rimasero sempre proprietà della famiglia Borromeo.

 

 

Di Luca Sconfienza