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12LA GALLERIA DEGLI ARAZZI
L’ultima sala del palazzo è la famosa Galleria degli Arazzi, che prende il nome dalla serie di arazzi
fiamminghi che vi sono conservati e che ne costituiscono la maggior attrattiva, accompagnati dalla
ricchezza della decorazione a stucco del soffitto e delle tele nella parte alta delle pareti. Sopra le due porte,
sui lati corti della sala, i due ritratti del fondatore dell’isola Vitaliano VI (verso il giardino) e del nipote ed
erede Carlo IV.
Nella sala sono esposti 6 dei 7 arazzi di manifattura fiamminga tessuti nella seconda metà del 1500 a
Bruxelles e giunti all’isola nel 1787, donati al conte Giberto V dallo zio cardinale Vitaliano VII; non è chiaro
come fossero giunti in suo possesso, ma pare che abbiano fatto parte della collezione del cardinale
Mazarino, ministro di Luigi XIII, che li avrebbe a sua volta acquistati dalla famiglia del cardinale di Lorena
Charles de Guise. Questi precedenti proprietari illustri spiegherebbero l’eccezionale qualità degli arazzi,
tessuti in fili di lana, seta, oro e argento, e anche la scelta del tema religioso nascosto sotto il velo
dell’allegoria.
Il tema di tutti gli arazzi è quello della morale cristiana, del Peccato e della Redenzione, dell’eterna lotta tra
Bene e Male, e sopra ogni arazzo, all’interno di una bordura che si ripete quasi uguale in tutti e 7, un
cartiglio con versi tratti dalla Bibbia o da altre opere religiose aiuta a comprendere il significato della scena
rappresentata. Tutto è reso tramite immagini in cui l’uomo non compare assolutamente; gli esseri viventi
raffigurati sono solamente animali rappresentati in scene di vita quotidiana, quindi spesso nell’atto di
cacciare e uccidere altri animali, ma anche in momenti di tenerezza verso i propri cuccioli. Il Male è
rappresentato da animali selvaggi o mitici come l’unicorno che, è bene notare, non è ovviamente l’unicorno
sinonimo di purezza utilizzato come uno dei più importanti simboli sullo stemma della famiglia che
vedremo svettare dalla terrazza più alta dei grandiosi giardini all’italiana che ci attendono una volta varcata
la soglia.