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04La Contessa Clelia Borromeo
Prendendo spunto dallo studiolo che potete trovare se visitate il Palazzo Borromeo all’Isola Madre in cui è presente un suo ritratto, oggi parliamo di un personaggio realmente affascinante che appartenne alla famiglia borromaica, la Contessa Clelia del Grillo Borromeo, donna che possiamo tranquillamente definire, con la sua forte personalità ed i suoi svariati interessi culturali, un personaggio all’avanguardia in tempi in cui, il genere femminile, soffriva di limiti culturali imposti dalla società del tempo.
Genovese, figlia del Duca di Mondragone Marcantonio del Grillo, grande armatore e di Maria Antonia Imperiali discendente altrettanto di una stirpe di ricchi commercianti, va in sposa a Giovanni Benedetto Borromeo d’Arese. Donna dai mille interessi (per questo era soprannominata “l’Oracolo”), divenne coltissima interessandosi, ad esempio di matematica e fisica ma anche di astronomia, mineralogia, anatomia e filosofia; parlava correttamente quattro lingue ed era conosciuta anche per le sue stravaganze legate alle passioni coltivate: una volta si fece portare, in piena notte dalla sua casa di Milano a Padova, tirando giù dal letto lo scienziato Antonio Vallisneri, professore di medicina nella locale università e studioso dei fossili dei Colli Euganei, che fu costretto a presentarsi in camicia di notte al cospetto della bella contessa, solo perché desiderava incontrare al più presto l’autore di alcune opere che l’avevano attratta. Anche lo scrittore Charles De Montesquieu ricevette dalla contessa un trattamento bizzarro. Nel 1728 in viaggio in Italia, fu ricevuto nella sua casa con tutti gli onori, ma subì anch’egli l’imprevedibilità della donna che, dopo averlo accolto con grande entusiasmo, il giorno successivo partì in villeggiatura lasciandolo con un palmo di naso. Ma le stravaganze non finiscono qui: pare che la Contessa girasse sempre accompagnata da una lince ed avesse una strana pettinatura che svettava come un’enorme impalcatura sul suo fisico minuto. Nel suo salotto, dove Clelia invitava i più noti letterati ed uomini di scienze del periodo, si discutevano anche argomenti assai “sconvenienti” di quei tempi, come il processo di concepimento e dello sviluppo di un feto. Poco incline al clima austero famigliare, decise però, in modo contradditorio, di schierarsi dalla parte di quell’aristocrazia che era fedele più al conservatorismo spagnolo che all’incipiente riformismo illuminato austriaco di Maria Teresa e non mancò di farlo notare, quando negò il saluto alla moglie del governatore austriaco a Milano facendo quasi scoppiare un caso diplomatico. La punizione non tarderà ad arrivare: quando la contessa esprimerà l’intenzione di fondare una sua Accademia Scientifica intorno al 1750, il governo austriaco, che nel frattempo era ritornato ad impadronirsi dellla città dopo una breve parentesi spagnola, non glielo permetterà.
Di Luca Sconfienza