le ville del lago maggiore

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le ville del lago maggiore

Le Ville del Lago Maggiore

 

 

 

 

Oggi parliamo di una caratteristica peculiare sui laghi italiani come il lago Maggiore. La presenza di numerose eleganti ville lungo tutta le sponde del lago (solo sulla costa piemontese occidentale ne sono state censite più di 250 con vasti giardini ricchi di specie botaniche).

Alla fine dell’ottocento, grazie alla notevole crescita del turismo d’oltralpe, le sponde lacustri diventarono un’ambita meta di villeggiatura. Fino ai primi decenni del secolo scorso, vi fu il succedersi di presenze di ricchi esponenti della società politica ed industriale, i quali acquistarono numerosi appezzamenti di terreno allo scopo di costruirvi le loro ville. Ciò produsse un mutamento radicale anche nell’aspetto originario delle sponde lacustri: i giardini attorno alle ville sostituirono i boschi cedui e furono introdotte diverse specie esotiche arboree e floreali pronte ad attecchire nel clima umido del lago.

Tra le tante ville ancora oggi presenti, parleremo di due ancora oggi visitabili, a differenza delle altre di proprietà privata e quindi non accessibili per il turista se non in determinate occasioni. Sono la Villa Ducale di Stresa e la Villa Giulia di Verbania-Pallanza.

 

La Villa Ducale di Stresa, posizionata tra i rinomati alberghi della bella epoque e che si affaccia direttamente sul lungolago della cittadina, fu costruita dalla famiglia locale Bolongaro nel 1770 circa. Essi erano tabaccai che emigrarono in Olanda e li, fecero fortuna. Il giardino dell’edificio, originariamente, era posto direttamente in riva al lago, ma, dal 1806, la strada litoranea napoleonica precluse per sempre questa possibilità. La villa, in stile neoclassico lombardo dell’epoca, fu ceduta dall’ultima erede Anna Bolongaro, al celebre filosofo Antonio Rosmini (oggi beato per la chiesa), fondatore dell’Istituto della Carità, che qui trascorse gli ultimi anni della sua vita ospitando più volte anche l’amico Alessandro Manzoni che aveva casa a Lesa. Alla morte del Rosmini, la villa venne acquistata dalla Duchessa di Genova (la Principessa Elisabetta di Sassonia) che la ribattezzò Villa Ducale e la fece diventare meta apprezzata di tutta la nobiltà europea di passaggio sul lago. Dopo la morte della Duchessa, ad inizio 900’, la villa passò di mano diverse volte, fino al 1942 quando rientrò in possesso definitivo dei Padri Rosminiani. Oggi, l’edificio è diventato il Centro Internazionale degli Studi Rosminiani con l’effettuazione di diversi convegni sulla storia ed il pensiero filosofico ed è sede di un museo (visitabile su appuntamento) dedicato proprio al filosofo originario di Rovereto, figura storica assai controversa, il cui pensiero fu osteggiato per lungo tempo dalla Chiesa Cattolica. Il primo piano dell’edificio ospita una biblioteca con circa 100.000 volumi e, nel piano rialzato dell’edificio, è ancora possibile visitare la saletta privata dove soleva rilassarsi nelle letture e ricevere gli ospiti la Duchessa.

E’ piacevole visitare il giardino che cinge all’esterno la villa, con la presenza di piante di camelia Japonica a fioritura primaverile e di azalee e rododendri fiori tipici del luogo; un grande cedro del Libano situato nella parte davanti al lago, posto a dimora in giardino nel 1860 ed una serie di magnolie grandiflora di origine mediterranea.

 

Villa Giulia a Pallanza, suggeriamo di visitarla arrivando direttamente con i motoscafi dal lago, magari dopo aver visitato i giardini botanici dell’Isola Madre. La storia di questa villa, è collegata direttamente alla storia della Famiglia Branca. Nel 1878, il Cavaliere Giuseppe Branca riacquistò la proprietà precedentemente venduta dal padre Bernardino Branca, che l’aveva costruita nel 1836. Quest’ultimo, fu l’inventore di uno dei più famosi liquori italiani il Fernet Branca. Giuseppe, decise di denominare la dimora “Villa Giulia” dedicandola alla moglie. L’aspetto attuale della villa, lo si deve all’architetto milanese Pirovano, che avanza la facciata verso lago di una decina di metri e la decora, in stile neoclassico con loggiati e colonne in tutti i piani, per finire con una grande terrazza finale circolare, unicum architettonico su tutto il lago. Nel 1904, la moglie, rimasta vedova, si sposò con il conte Melzi d’Eril ed ampliò ulteriormente la villa introducendo nelle decorazioni degli spazi interni elementi in stile liberty. Dal 1932 Villa Giulia fu ridenominata “Kursaal” poiché ospitò per vari anni il locale Casinò municipale. Oggi, è proprietà del Comune di Verbania, viene spesso concessa in locazione per eventi privati come matrimoni ed ospita numerose mostre di pittura o fotografia, convegni, concerti ed, ogni anno, mostre floreali come quella dedicata alla camelia primaverile a fine Marzo. Entrando, dall’ingresso fronte lago, si entra in un’ampia sala, sulla cui volta sono presenti elaborati stucchi barocchi che incorniciano un affesco di fine 800’ del milanese Giacomo Campi, raffigurante l’allegoria della musica; nella volta dell’ambiente adiacente si osserva la raffigurazione pittorica dell’aquila di Giove, con scettro e dardi. Sullo stesso piano, la “sala degli specchi”, in stile impero, presenta due grandi specchi e, tutt’intorno, decori in colore oro e la “sala rossa”, colore che caratterizza il suo superiore zoccolo ligneo, presenta un soffitto a cassettoni con 24 dipinti ottagonali con nature morte, animali ed una scena di caccia. Di grande rilievo anche, lo scalone in marmo bianco fiancheggiato da una barriera in ferro elegantemente lavorata che porta ai piani superiori, le cui pareti sono adornate da pitture murali in raffinato stile pompeiano.

 

Per saperne di più sull’argomento vi consiglio: “Giardini e Ville del Lago Maggiore, un paesaggio culturale tra Ottocento e Novecento” a cura di Renata Lodari edito da Regione Piemonte e Centro Studi Piemontesi, in collaborazione con il Museo del Paesaggio di Verbania- Pallanza anno 2002.

 

 

 

Di Luca Sconfienza