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02Umberto Boccioni e la sua storia d’amore sul lago
Negli scorsi giorni ho avuto l’opportunità di visitare a Palazzo Reale a Milano la mostra dedicata al centenario della morte di Umberto Boccioni, il futurista grande protagonista dell’avanguardia italiana nelle arti del primo novecento.
Nell’ultima sala, dedicata agli ultimi anni di attività dell’artista, ho notato con piacere la presenza di due foto che narrano la presenza di Boccioni sul Lago Maggiore, ospite dei Marchesi della Valle di Casanova, Sivio Della Valle e Sophie Browne, presso la Villa di San Remigio a Pallanza, che, a completamento della sua ristrutturazione, diverrà, con i Giardini della Villa Taranto ed il Museo del Paesaggio, un vero polo di attrazione per i turisti che arriveranno sulla sponda occidentale del Lago Maggiore.
Come mai ritroviamo Boccioni sul nostro lago Maggiore? Egli soggiornò nel Giugno del 1916 a Villa San Remigio per realizzare il ritratto del celebre pianista Ferruccio Busoni, anch’egli ospite in villa dei marchesi con la moglie. Il maestro, pur essendo di indole pacifista allo scoppio della prima guerra mondiale e quindi in totale disaccordo con la visione di Boccioni, stimava l’artista che aveva conosciuto già nel 1912 ad una mostra allestita alla Sackville Gallery di Londra e decise di commissionargli una tela che lo ritraesse “en pleinair” nei giardini di Villa San Remigio. Il quadro futurista che ne derivò e che ora si trova alla Galleria d’Arte Moderna di Roma, si ispira allo stile di Cezànne nella sua sensibilità cromatica.
Al di là, dell’aspetto lavorativo, fu però di gran rilievo quello che avvenne durante questo soggiorno lacustre di Boccioni in campo sentimentale.
Il 6 Giugno ebbe modo infatti di conoscere casualmente Vittoria Colonna Caetani Principessa di Teano e Duchessa di Sermoneta, la quale, già dall’autunno del 1914, si era innamorata dell’Isolino San Giovanni a Pallanza che aveva affittato dalla famiglia Borromeo per cinquemila lire l’anno e lo elesse a suo rifugio preferito in compagnia del figlio Onorato avuto dal marito Leone Caetani con il quale conduceva una difficile vita coniugale. Tra i due, iniziò una travolgente passione testimoniata da una serie di lettere che si scambiarono l’artista e la principessa di origine romana che rimasero nascoste per cinquant’anni e che furono ritrovate dalla nipote della nobildonna Marella Caracciolo che stava raccogliendo notizie per scrivere una biografia sull’avo Leone il Principe di Teano. Dopo una serie d’incontri avvenuti all’Isolino dove al Boccioni la principessa riservò una camera che guardava al lago, Boccioni parti ad Agosto per la guerra e per il 29° Reggimento d’Artiglieria e trovò una tragica ed improvvisa morte cavalcando il giorno 16, nei pressi di Verona a Chievo, disarcionato dalla sua cavalla. La principessa Vittoria definì quei giorni trascorsi con Umberto “l’intervallo luminoso della sua vita”.
Di Luca Sconfienza