Il nome Isola Madre deriva dall’essere diventata la prima isola sul lago posseduta dalla nobile famiglia dei Borromeo, sin dall’inizio del 1500, e, per il fatto di essere, per superficie, la più ampia delle isole presenti sul Lago Maggiore.
La nostra visita comincia con la prima parte del vasto giardino botanico che corona la residenza borromaica. Dopo aver attraversato il Viale Africa, ricco di piante tropicali, la cui crescita è favorita dal particolare microclima dell’Isola Madre, che, grazie alla sua posizione favorevole sul lago, presenta, anche durante la stagione invernale, una temperatura superiore alle località sulla costa, giungiamo al Piano delle Camelie, dove troviamo una parte consistente della ricchissima collezione di camelie (circa 150) presenti sull’isola. In particolare, diverse varietà della camelia a fioritura primaverile (da metà marzo) cosiddetta Japonica poiché di origine giapponese. Lungo questo viale, troviamo anche una bellissima Davidia Involucrata, di origine cinese, detta anche albero dei fazzoletti per il fatto di sviluppare dei fiori bianchi che, al tatto, rassomigliano a dei lembi di stoffa bianca. Poco più distante, una Magnolia Grandiflora, proveniente dalla costa est degli Stati Uniti, in particolare dalla Florida. Questa pianta, a seconda delle varietà, sviluppa, a partire da Maggio, grandi infiorescenze bianche o violette.
Proseguendo, arriviamo al giardino roccioso che presenta una serie di specie di tipica derivazione mediterranea, in particolare ericacee, un Callistemo pianta di origine australiana che, in fioritura, presenta fiori raccolti in spighe sovrastate da lunghi stami di colore rosso vivo ed un’area, dove accanto ad un grande leccio mediterraneo, si trovano un pergolato in pietra usato in passato dalla famiglia per organizzare dei piccoli banchetti estivi ed oggi sede di mostre d’arte contemporanea ed una cisterna circolare, sempre in pietra, usata, prima dell’avvento delle tubature all’interno del parco per una più moderna irrigazione, per raccogliere le acque piovane.
A seguire, entriamo nella zona più ombreggiata ed umida del giardino (Rupe delle Felci) caratterizzata dalla presenza di diverse varietà di muschi e felci arboree provenienti dall’Oceania. Queste piante necessitano di ombra durante la stagione calda e, soprattutto, di molta umidità. Prima del termine di questo passaggio, sulla destra, troviamo l’antica darsena all’interno della quale si scorge una caratteristica imbarcazione dalla prua simile ad una gondola veneziana, che i servitori di casa Borromeo usavano per andare a ricevere i personaggi che stavano per arrivare sull’isola. A lato della darsena, vi è una piazzetta sulla quale si spalanca una meravigliosa vista sul lago e sulla città di Verbania, con il lungolago di Pallanza e la collina della Castagnola punteggiata di residenze ottocentesche e del primo 900’. Siamo nel punto del lago con la migliore posizione per ore di luce durante tutto l’anno. Più a destra, si intravede la costa lombarda del lago con Laveno sovrastata dall’alta montagna del Sasso del Ferro.
Dopo un’opportuna foto con il magnifico sfondo, saliamo leggermente per giungere al Prato dei Gobbi): qui, all’inizio di Maggio, la collinetta sovrastante si colora interamente per la fioritura dei rododendri e delle azalee, altre piante acidofile di origine asiatica che hanno trovato un’ambiente perfetto su questo lago, caratterizzato da un terreno di tipo acido e non argilloso. Lo spettacolo davanti ai vostri occhi sarà indimenticabile.
Lungo il viale sottostante, che percorriamo in tutta la sua lunghezza, troviamo due grandi alberi, anch’essi originari della Florida, sono dei tassi con le radici lunghissime che si protendono a vista nel giardino circostante. In questo modo, occupano il loro spazio vitale come nelle paludi dell’area da dove sono originari.
Proseguendo, sulla destra, scorgeremo, facendo attenzione, una varietà particolare di camelia cinese la Sinensis chiamata anche pianta del tè, poiché dalle sue foglie ha avuto origine, circa duemila anni fa, per merito di un imperatore cinese, la bevanda oggi conosciuta in tutto il mondo.
A questo punto, saliamo la lunga ed ampia scalinata digradante verso il lago, per giungere, sulla sinistra, al Piazzale dei Pappagalli caratterizzato dalla presenza di voliere con pappagallini tropicali ed addirittura due razze diverse di pavoni, quello dai colori verde-blu e quello albino di origine persiana. Sulla piazza, notevole è anche la presenza di un’enorme e centenaria canfora cinese e di una Cryptomeria Japonica Globosa, conifera dalla caratteristica forma, sempre di origine asiatica.
Ora è giunto il momento di arrivare sulla soglia della residenza cinquecentesca dei Borromeo sull’isola, ma, prima, non possiamo non parlare dell’enorme alberatura che caratterizza la piazza antistante il palazzo la Loggia del Kashmir. Qui troviamo il c.d. Cipresso del Kashmir, eccezionale ed unico esemplare, davanti al quale non ci si può non emozionare anche per la storia recente che ne ha caratterizzato gli ultimi anni di esistenza. Piantato nel 1862, era arrivato ad occupare con le sue fronde 200 metri quadrati. Purtroppo, nel Giugno del 2006, una violentissima tromba d’aria l’ha completamente sradicato, ma, la famiglia Borromeo, dimostrando grande amore per le creazioni della natura, è riuscita a reinserirla nel suo alveo naturale con l’intervento addirittura di un elicottero per un costo di circa 300.000 euro, spesa ben ripagata, dato che l’albero, dopo una delicata fase iniziale, dovuta alla distruzione di varie radici dello stesso, ora è riuscito a sopravvivere e rimane ancora oggi il simbolo di quest’isola.
Ora ci troviamo all’ingresso di questo palazzo costruito come luogo di villeggiatura della famiglia a partire dall’inizio del 1500 dal conte Lancillotto Borromeo e la cui costruzione venne ultimata da Renato Borromeo con l’aggiunta dell’elegante loggiato in stile rinascimentale che caratterizza l’ingresso del piano superiore e dal quale, si gode una magnifica vista sul giardino ed a destra, sulla cappella sepolcrale famigliare. Gli interni di questo palazzo, sono caratterizzati da linee meno ridondanti di quello presente all’Isola Bella, dando un tocco di maggiore intimità allo stesso. Oggi il palazzo è sede prevalentemente non più residenziale per la famiglia ma museale. Interessanti sono le sale delle marionette, all’interno delle quali sono conservati teatrini, maschere originali di cartapesta colorata, spartiti, copioni e fondali di opere e commedie effettivamente rappresentate all’Isola Madre. Sono presenti anche eleganti camere da letto con letti a baldacchino in seta damascata; lo studiolo dell’affascinante donna di cultura ed amante delle scienze che rispondeva al nome della Contessa Clelia Borromeo ed uno splendido salotto decorato in stile veneziano rococò con finte architetture, al cui interno è presente un grande e colorato lampadario in cristallo di Murano e pavimenti a mosaico sempre nel medesimo stile.
Uscendo dal palazzo e prima di concludere la nostra visita, scendendo una doppia scalinata, giungiamo nella piazza del ninfeo dove si ha la possibilità di dare un’occhiata alla cappella eretta nel 1858 con decorazioni in terracotta, dove i Borromeo creatori di questi meravigliosi giardini, sono sepolti e dove, non più tardi di pochi anni fa, si celebrò il famoso matrimonio tra la nipote della principessa Bona Borromeo, ora proprietaria delle Isole, Lavinia Borromeo ed il rampollo di casa Agnelli ed oggi presidente Fiat Chrysler John Elkann.
Testo di Luca Sconfienza - guida autorizzata per il VCO